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Scegliere di essere felici consapevolmente

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Ricercare la felicità

Ognuno di noi, eroici naufraghi sperduti sulle rive di questo pianeta, mira nella sua vita ad essere felice, ma cosa intendiamo esattamente per felicità?

Per qualcuno la felicità sta nell’accaparrarsi più cose voluttuarie possibili, come per esempio auto sportive, capi firmati o costosi gadget alla moda.

Qualcuno di noi lo fa perché afflitto da manie di protagonismo, la maggior parte giusto per farsene un vanto in società.

È da sempre stato così, una volta si costruivano castelli per manifestare il proprio potere, le torri più erano alte e più stavano a magnificare la potenza del casato.

Noi uomini dopotutto abbiamo da sempre avuto la fissa di possedere metaforicamente dimensioni ragguardevoli di ogni lato del nostro carattere e vediamo che per certi politici contemporanei questa consuetudine non è andata persa….

Fraintendimenti a parte, se speriamo di trovare la felicità nelle cose, nelle relazioni, nelle idee e nell’aldilà, temo che andremo a maturare una totale subordinazione alle circostanze esterne e saremo destinati a ripetere fallimenti ed insuccessi all’infinito.

Se ci illudiamo che qualcosa di transitorio, che siano il successo, la fama o i soldi, ci possa portare quella felicità che intimamente non smettiamo mai di cercare, siamo vittime di un clamoroso equivoco.

Ci comportiamo come il famoso gatto che si morde la coda: accumuliamo cose per arrivare alla felicità e finiamo con lo scambiare il mezzo con l’obbiettivo, ci dimentichiamo di noi continuando a seppellirci sotto pesanti onorificenze e allontanandoci sempre più da ciò che così tanto agognamo.

Così da millenni proseguiamo nella continua riedizione delle nostre dolenti esistenze, piene di inutili conquiste e fallimenti diffusi, mancando l’obbiettivo fino a dover finalmente un bel dì prendere seriamente in esame il problema della nostra infelicità.

Cos’è davvero la felicità.

Ancor prima di sapere cosa stiamo davvero cercando, sappiamo in che modo lo stiamo cercando?

Coglieremmo forse il punto se per evitare di affrontare il nostro dolore scegliessimo, per pigrizia, abitudine o inganno, di uniformarci inconsapevolmente ad un pensiero, ad un dogma o ad una data convenzione che la società coi suoi infiniti condizionamenti ci propina?

Se per liberarci dallo stato in cui versiamo fossimo costretti ad inventarci una forma di schiavitù, cadere in una dipendenza ben più terribile delle droghe, una dipendenza da antichi santoni, novelli guru o moderni tele predicatori, faremmo forse cosa sensata?

No, non credo che fuggire da noi sia la strategia giusta.

Dovremmo al contrario affinare quella sete che da sempre ci accompagna, aguzzare gli occhi ed annusare l’aria come una tigre che punta la preda, nella spietata ricerca della giusta via.

Abbiamo nel tempo collezionato ogni genere di esperienze e di riflessioni, ora è giunto il tempo di scrollarci di dosso un po’ di peso, di passare oltre a tutto il bagaglio di conoscenze che ci ha accompagnato fin qui senza risolvere il problema di base delle nostre esistenze.

Affrontando con serietà ed onestà questo dilemma giungeremo senza dubbio a comprendere che dipendere da cose, idee e persone non ha mai funzionato, è stato solo un espediente per fuggire da qualcosa che di ben più profondo alberga in noi e che abbiamo evitato come la peste.

Questo atteggiamento non ci ha portato da nessuna parte anzi, ha reso ancor più pressante e gravoso il problema ed ora, e questa credetemi è una meravigliosa notizia, abbiamo una possibilità unica nelle nostre vite, l’imperdibile chance di passare oltre le nostre miserie.

Come uscire da questo labirinto?

Il primo passo per riconoscere ciò che cerchiamo è togliere dalla nostre esistenze ciò che non siamo.

Il Metodo Magrin nasce proprio su queste granitiche basi ed unicamente per questo preciso obbiettivo, testato su migliaia di persone che proprio grazie al Metodo hanno visto la loro vita trasformarsi in qualcosa di meraviglioso.

Dobbiamo imparare a lasciar andare le nostre paure e le nostre sofferenze che la società ci ha insegnato a custodire con gelosia come se fossero medaglie al valore, bizzarra concezione figlia di una religione e di una cultura che si basa sulla pittoresca idea del dolore come giusta espiazione dei nostri peccati.

Dobbiamo tornare ad abitare il nostro corpo, che per un eccentrico e morboso motivo fin da piccoli ci hanno insegnato a vituperare, negare e deprimere, dobbiamo sentirlo compiutamente, entraci dentro, amarlo ed imparare ad usarlo come i bambini giocando usano l’elastico per alzarsi, non per cadere in qualche basso scopo lussurioso ma per portare bensì le nostre coscienze a più alte e consapevoli dimensioni.

Perché se è forse naturale che una bugia possa apparire per una frazione di secondo ai nostri occhi come fosse sincera, altrettanto certo è che la verità non starà mai in qualcosa di effimero e transitorio come sono i pensieri, che solo la nostra consuetudine a trattenerne alcuni e a scacciarne altri produce in noi l’illusione della loro esistenza come continuità di espressione.

Se accogliessimo ogni istante per quello che è, se accettassimo ciò che ci accade senza giudicarlo, senza cercare di scacciarlo o trattenerlo, avremmo bagliori di verità e capiremmo che la felicità è ciò che sta naturalmente al di là di ogni qualsiasi effimera nube che nel vasto cielo della nostra coscienza possa passare.

Usare il Metodo Magrin.

Se abbiamo trascorso le nostre intere esistenze abbuffandoci di concetti e pareri, di ragionamenti e illusioni, e sappiamo bene dove ci hanno portato, cosa ci vieta adesso di iniziare a volare e comprendere che ciò cui ambiamo non può che trovarsi oltre a tutto questo noioso chiacchiericcio e trastullarsi mentale?

Col Metodo Magrin sentire il corpo diventerà naturale come deve essere, come quando ci si bagna nello schiumare delle onde in un torrente, portando il sintomo del pensiero negativo alla sua origine che è sempre ed inevitabilmente racchiusa tra le pieghe di tensioni rigettate che, per compiacere ai genitori o ad altre autorità, abbiamo nascosto da tempo tra gola, petto e pancia.

Andando con decisione e costanza a liberare il conflitto fisico che fa da combustibile alla nostra sofferenza, risaliremo dal sintomo alla causa per guarirla, come ogni sana pratica medica insegna e, una volta definitivamente liberati, sperimenteremo quello che io chiamo “Lo stato senza Mente”.

Lo Stato senza Mente è una condizione di libertà assoluta priva di pensieri compulsivi e fantasmi del passato che come ologrammi oscurano la nostra visione, una dimensione dell’essere che sta oltre la ridda di dubbi e incomprensioni che ci affligge nella vita quotidiana.

Col Metodo Magrin non usciremo dal reale, anzi ci immergeremo con mani e piedi! Torneremo né più né meno al nostro stato originario, a qualcosa che è già qui per noi, che è nostro diritto per nascita.

Torneremo, una volta ripuliti dai traumi e le tensioni che nelle nostre vite abbiamo sofferto e trattenuto come identità fittizia, a ciò che in realtà siamo sempre stati.

Sperimenteremo insieme ciò che è al di là di ogni concetto e credenza, di ogni idea o illusione, inizieremo un viaggio non verso esotiche mete lontane ma fondendoci con ciò che intimamente siamo, qualcosa di inimmaginabile e profondo, di inedito e indicibile.

Andremo finalmente a riconoscere ciò che davvero intimamente siamo.

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