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Ti è mai capitato di sentirti un fallito?

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Una volta ho visto un lungo documentario su Mike Tyson, considerato tra i migliori pesi massimi della storia del pugilato.

Il leggendario Iron Mike, detto anche King Kong, confessava alla telecamera di essersi sempre sentito un buono a nulla, un incapace, uno che non sapeva farsi valere nella vita.

Un rifiuto umano.

Proprio così: il pugile che aveva vinto decine di incontri, conquistato titoli su titoli e sconfitto i più temibili avversari del mondo aveva passato tutta la vita a sentirsi un perdente.

E non è certo l’unico.

Pensa a quanti protagonisti del mondo dello spettacolo e dello sport si lasciano andare e spesso fanno una brutta fine pur avendo talento, fama e ricchezze.  

Michael Jackson, Marilyn Monroe, Maradona, Marco Pantani sono solo i primi nomi che mi vengono in mente.

Com’è possibile che artisti e atleti di fama mondiale, che hanno tutto ciò che si può desiderare, piombino nella depressione più nera e a volte si spingano addirittura fino all’autodistruzione o al suicidio?

Non ti sembra assurdo?

Dare la colpa alla droga, all’alcool, al gioco o ad altri eccessi non è la risposta. 

Quelle sono le conseguenze, e non la causa della loro rovina.

Neanche la motivazione secondo la quale non accettano l’idea di perdere terreno, di doversi un giorno ritirare dalle scene è convincente.

E anche se in alcuni casi può essere parzialmente vera, non spiega fino in fondo queste situazioni.

È evidente che c’è dell’altro.

E questo “altro” si chiama loop.

Che cos’è un loop?

Prima di fartelo sperimentare di persona, ti riporto un estratto dalla spiegazione contenuta nel mio libro Non penso dunque Sono:

«Un loop è quella cosa che ti fa dire di sì quando vorresti dire di no, e viceversa.

Un loop è quella cosa che ti rende insicuro, dubbioso, sospettoso, infelice.

Un loop è quella cosa che ti fa sentire un fallito e ti persuade di non avere speranze.

Un loop è quella cosa che ti induce a credere di non essere mai abbastanza: abbastanza bello, abbastanza giovane, abbastanza sveglio, abbastanza brillante, abbastanza furbo, abbastanza in gamba…

Un loop è quella cosa che ti ostacola, ti blocca, ti paralizza davanti a un’azione, un’impresa, un progetto che desideri compiere, che sai di poter compiere, che farebbe del bene a te e forse ad altri, ma che non ti decidi mai a realizzare.

Un loop è quella cosa che ti spinge a rinviare, posticipare, procrastinare, causandoti un sacco di guai.

Un loop è quella cosa che, quando vorresti comunicare al meglio, ti soffoca le parole in gola, o proprio non te le fa trovare, le parole.

Un loop è quella cosa che ti fa fare scena muta a un’interrogazione, a un esame, a un colloquio di lavoro, anche se sei preparato e meriteresti di passare a pieni voti, o di essere assunto.

Un loop è quella cosa che ti fa dire l’esatto contrario di quello che vorresti.

Un loop è quella cosa che ti impedisce di rimediare a un errore che hai commesso e che riconosci in cuor tuo, ma non sai da che parte cominciare a disfarlo.

Un loop è quella cosa che, ogni volta che desidereresti avvicinare una persona che ti interessa, ti toglie tutto il coraggio e ti induce a rinunciare.

Un loop è quella cosa che ti fa sentire sbagliato, incapace, fuori luogo, rifiutato.

Un loop è quella cosa che ti convince di non poter far altro che percorrere e ripercorrere incessantemente la stessa strada, andare su e giù lungo gli stessi binari, anche se vorresti essere da tutta un’altra parte.

Un loop è quella cosa che ti dà l’impressione di girare continuamente in tondo senza mai avanzare di un millimetro, come un asino legato a una pala da mulino.

Un loop è quella cosa che ti costringe a vivere e rivivere le stesse circostanze, come se tu fossi condannato a farlo per l’eternità e per te non esistesse nessuna alternativa.

Un loop è quella cosa che ti impedisce di allungare la mano e servirti a piacimento al tavolo di quello smisurato banchetto che è la vita.

… e potrei andare avanti per ore, ma sono sicuro che hai afferrato il concetto.

Un loop, in sintesi, è la radice di ogni tua sofferenza.»

I loop non risparmiano nessuno, non hanno alcuna base razionale e quindi non possono essere eliminati con il ragionamento. 

Anzi, più si ragiona sui loop, più si rafforzano.

Più si cerca di contrastarli, più conquistano terreno.

Ecco perché colpiscono anche persone famose e apparentemente privilegiate: perché sono dei blocchi interni, dei condizionamenti che agiscono dentro di noi fin dall’infanzia e non serve a niente che qualcun altro da fuori cerchi di convincerci che non hanno motivo di esistere.

Dentro di noi esistono e agiscono.

Indisturbati.

Intoccabili.

Invulnerabili.

Ti è mai capitato per esempio di incontrare una ragazza o un ragazzo molto belli, ma convinti di essere brutti?

Io ne ho conosciuti tanti.

Come ho conosciuto tantissime persone convinte di essere timide, impacciate, aggressive, poco intelligenti, pigre, inefficienti, ansiose, insicure, indecise… 

Puoi mettere qualsiasi altra parola al posto dei puntini: queste convinzioni limitanti sono tutte frutto di loop e hanno la caratteristica di essere invincibili.

Nel senso che non c’è ragionamento che tenga: se sei persuaso di avere una determinata caratteristica negativa, niente e nessuno ti farà mai cambiare idea.

Anzi, parlarne e ragionarci sopra non farà che rafforzare i loop, che ti stringeranno sempre di più nella loro morsa.

Capisci bene che, quando sei preda di un loop in un determinato ambito, niente ti riuscirà mai bene in quel campo.

Per esempio:

  • se sei convinto di non avere le carte in regola per svolgere un lavoro ben retribuito, non lo otterrai mai
  • se pensi di essere troppo timido per conquistare la ragazza che ti piace, non troverai mai il coraggio di avvicinarla
  • se credi di essere troppo sfortunato perché ti capiti l’occasione giusta in un settore che ti interessa (qualsiasi esso sia), stai pur certo che non arriverà
  • e così via…

Come dimostra la storia di Tyson e di tanti altri, magari in certi ambiti ben circoscritti potresti riuscire anche a sfondare, ma questo non ti aiuterà a sentirti capace, realizzato, soddisfatto.

In altre parole: non sarà sufficiente a renderti felice.

Ci sarà sempre qualcosa che ti impedirà di sentirti bene, e quel qualcosa sono appunto i loop.

E sai da dove deriva lo strapotere dei loop? La loro forza sta nel costringerti a sentirti come vogliono loro (cioè sempre male).

Dal fatto che tu ti identifichi con loro e sei convinto di essere veramente così.

È questa la straordinaria abilità dei loop: convincerti che tu sei loro.

Di conseguenza non farai mai nulla per liberartene, perché equivarrebbe a liberarti di te stesso, cioè a morire, e questo naturalmente non lo vuoi.

Perciò finisci per rassegnarti e accettare quello che credi di essere.

«Ho provato tante volte a correggere questo mio difetto ma purtroppo sono fatto così, non c’è niente da fare…»

È capitato anche a te di pensare qualcosa di simile?

Non è una bella sensazione, vero?

Ci si sente sconfitti.

I loop usano precisamente quest’arma per tenerci in pugno.

Ma allora non c’è soluzione? I loop vincono sempre?

Sono qui per dirti che la soluzione c’è.

I loop non sono invincibili, anche se ce lo fanno credere. 

Esiste un metodo per sconfiggerli uno per uno

e accedere così alla persona che realmente sei.

Alla tua vera essenza, con cui i loop non hanno niente a che vedere.

Questa persona, questa essenza tu ancora non le puoi conoscere, perché sono soffocate sotto strati e strati di loop che ti impediscono di vivere come vorresti e come meriti.

E siccome questi strati si sono accumulati dentro di te per tutta la tua vita, ti nascondono letteralmente la visuale, il contatto con il vero te stesso.

Ma da dove diavolo arrivano questi loop?, ti starai forse chiedendo.

Per la maggior parte si formano durante l’infanzia.

Ce li trasmettono, del tutto involontariamente:

  • i genitori
  • gli insegnanti
  • gli adulti di riferimento
  • la società nel suo insieme.

Ecco perché ci convinciamo di essere loro: perché sono con noi da tantissimo tempo e abbiamo finito per identificarci con essi.

Ma come ti ho detto, il modo per uscirne c’è.

Devi sapere che ho impiegato più di quindici anni a studiare i loop, la loro struttura e il loro funzionamento. 

Avendo capito che sono la radice di ogni male, ho dedicato tutte le mie energie a cercare di scoprire

  • il loro punto debole,
  • il loro tallone di Achille, 
  • la piccola falla nella loro apparente invincibilità.

E vuoi sapere una splendida notizia? 

FINALMENTE L’HO TROVATA!

La nostra arma vincente per liberarci dai loop ce la forniscono paradossalmente i loop stessi.

Ha infatti a che vedere con la loro stessa struttura, il modo in cui sono fatti.

All’inizio di questo articolo ti avevo detto che ti avrei fatto sperimentare un loop in prima persona. 

Seguimi e ti guiderò a farlo.

Pensa a una cosa per te sgradevole.

Può essere una persona o una situazione, è indifferente.

L’importante è che sia qualcosa che

  • non ti piace
  • ti mette in difficoltà
  • ti fa stare male
  • ti addolora.

Sono sicuro che se sei arrivato fino a qui nella lettura di questo post, qualcosa troverai.

Adesso fai molta attenzione a quello che succede nel tuo corpo mentre fai questo pensiero.

Se ci fai caso, ti accorgerai che, in corrispondenza con questo pensiero negativo, da qualche parte nel tuo corpo si accenderà una sensazione fisica spiacevole.

Questa sensazione tende a collocarsi in uno di questi tre punti:

  • petto
  • pancia
  • gola

e può essere di tanti tipi diversi:

  • peso
  • oppressione
  • stretta
  • spinta
  • bruciore
  • … e tante altre.

La sensazione fisica sgradevole ha un’intensità molto variabile, che va da lievissima o quasi impercettibile a molto forte, fino a essere dolorosa.

Questa intensità si misura su una scala da 1 a 10

dove 1 = bassissima

e 10 = fortissima.

Adesso che hai fatto il pensiero e identificato la sensazione fisica a essa collegata, misura la tua sensazione e attribuiscile un “voto”.

Congratulazioni: hai appena scoperto cos’è un loop.

Un loop è la combinazione di un pensiero negativo e una sensazione fisica sgradevole.

O, se preferisci una formula matematica:

loop = pensiero negativo + sensazione sgradevole.

Ti ho già detto che proprio questa caratteristica strutturale del loop è quella che ci permette di distruggerlo.

Vuoi sapere in che modo?

Funziona così:

una volta identificata la sensazione negativa,

rimanendo a sentirla e osservando come cambia nel corso del tempo,

a un certo punto vedrai che arriverà a zero

fino a scomparire.

Ti accorgerai proprio che si scioglie, si dissolve.

E siccome il loop è costituito da una sensazione fisica e da un pensiero, quello che succede è che, eliminando la prima, si va a cancellare anche il secondo.

In altre parole, attraverso la sensazione si finisce per eliminare definitivamente l’intero loop, fino a esserne liberi per sempre.

Come vedi, è di una semplicità disarmante, ma ti assicuro che è proprio così che funziona.

Questo meccanismo l’ho visto ripetersi per migliaia di volte, indipendentemente dal tipo di loop.

Sfruttando la struttura del loop, ho aiutato migliaia e migliaia di persone a liberarsene con molta facilità.

Persone come Elisabetta, per esempio:

Tre anni fa, quando ho incontrato la pubblicità del Metodo M.A.G.R.I.N. su Facebook, ero in un periodo della mia vita in cui sentivo di essere arrivata ad un punto morto. Continuavo ad avere problemi di salute che mi bloccavano in tutti i sensi. Quello che scriveva Andrea mi risuonava familiare e dopo aver preso il libro “Non penso dunque sono” e aver partecipato al tour e all’intensivo, dopo molte titubanze (e una bella spinta) mi sono decisa ad iscrivermi a quella che ora si chiama Academy. Quello che mi limitava è diventato una risorsa: l’aver lavorato così tanto su me stessa e sugli altri mi ha permesso di affinare sempre di più il metodo. Ora posso a mia volta aiutare chi vuole intraprendere questo meraviglioso percorso, che permette a chiunque di liberare le sue infinite potenzialità.​

Elisabetta Foresta

Sono riuscito a insegnare a migliaia di persone a liberarsi dai loop ripetendo, perfezionando e codificando questo procedimento, semplice ma super efficace, e trasformandolo in una ricetta infallibile:

IL METODO MAGRIN.

Perché parlo di ricetta?

Perché per togliere un loop non c’è nessun bisogno di sapere che cosa riguarda

o di conoscere il pensiero a cui è collegato.

Proprio perché funziona sempre nello stesso identico modo a prescindere dal suo contenuto.

L’unica cosa che serve è sapere come procedere.

È a questo che servono le ricette: a insegnare a chiunque come preparare un piatto a regola d’arte.

Ed è proprio per spiegare passo per passo il procedimento da seguire che ho raccolto la ricetta del metodo Magrin nel mio libro Non penso dunque Sono

In questo libro trovi tutto, ma proprio tutto quello che ti serve peraffrontare uno per uno tutti i tuoi loop ed eliminarli per sempre!

Riesci a immaginare una vita senza loop?

Una vita in cui puoi essere finalmente te stesso

e cominciare a 

  • essere
  • fare
  • avere 

tutto ciò che realmente desideri?

Una vita in cui ti sveglierai ogni giorno pronto ad affrontare la giornata con l’entusiasmo di un bambino che non vede l’ora di scartare i regali di Natale?  

Ti garantisco che è questo che otterrai man mano che ti libererai dai loop, che ti rendono schiavo e ti costringono ad accettare l’inaccettabile e a soffrire in maniera inaudita (come la stragrande maggioranza delle persone là fuori, pensando che sia normale).

Vuoi scoprire come fare?

Procurati subito la tua copia di Non penso dunque Sono, il manuale che ti spiega dalla A alla Zeta come eseguire l’infallibile ricetta del metodo Magrin.

Ti aspetto all’interno!

Andrea Magrin

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Se girovaghi su questo blog tra un articolo e l’altro è ogni volta che leggi la parola “Loop” la tua reazione è: “Ma che ca… spiterina sono sti loop?” Caro/a mia questo è l’articolo che fa per te. Ciò nonostante da questo articolo potrai capire di certo cosa sono i loop e farti una prima idea, in modo anche da capire meglio i miei contenuti, sia quelli che trovi su questo blog che sugli altri miei canali.

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