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Perché la mente ha una fame continua di problemi da risolvere?

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Senti questa storiella.

Sherlock Holmes e il dottor Watson partono per il campeggio.

Montano la tenda in un grande prato, accendono un falò e arrostiscono la cena. È una bella notte d’estate, i grilli cantano e il cielo è pieno di stelle. 

Dopo aver chiacchierato del più e del meno, fumato la pipa e bevuto un’ultima tazza di tè, decidono di andare a dormire. Nel cuore della notte Sherlock Holmes sveglia Watson e gli chiede: 

«Watson, guardi il cielo e mi dica che cosa vede».

Watson alza gli occhi e risponde:

«Vedo milioni di stelle…».

«E quindi cosa ne deduce?»

«Dal punto di vista astronomico, ciò mi dice che ci sono milioni di galassie, e potenzialmente miliardi di pianeti.

Dal punto di vista astrologico, osservo che Saturno è nella costellazione del Leone.

Dal punto di vista temporale, deduco che sono le tre e un quarto.

Dal punto di vista meteorologico, prevedo che domani sarà una bella giornata.

Dal punto di vista teologico…»

Al che Holmes, spazientito, lo interrompe:

«Watson, idiota, ci hanno rubato la tenda!!!».

Eh sì: a volte la troppa conoscenza teorica rischia di essere un impedimento.

Il comportamento del dottor Watson in questa barzelletta mi ricorda quello di certe persone che frequentano l’ambiente della crescita personale.

È un ambiente che conosco bene perché anch’io l’ho bazzicato a lungo.

Molte di queste persone – in particolare quelle che definisco scherzosamente “gli spirituali” – sono preparatissime.

Hanno letto centinaia di libri e sanno veramente un sacco di cose.

Però ho notato che spesso sono più interessate alla conoscenza che al benessere.

Citano e commentano decine di autori, ma sono ancora lì che si dibattono negli stessi problemi che avevano quando hanno intrapreso il cammino dell’evoluzione spirituale.

Che anzi, nel frattempo con il passar degli anni sono anche un po’ aumentati.

È normale.

Se non ci si lavora, i problemi – che sono tutti generati dai loop – da soli non se ne vanno.

Al contrario, si aggravano e crescono di numero, perché se non si sradica il loop non possono che ripresentarsi.

Per questo io, pur riconoscendo la bellezza e la vastità di tanti argomenti che riguardano il mondo spirituale, a chi mi chiede di parlarne dico sempre:

«Prima togliamo tutti quanti i loop, poi ne parliamo per tutto il tempo che vuoi tu».

Non ha senso stare a fare dibattiti – anche se su temi affascinanti – mentre si è ancora in preda ai loop.

Per come io intendo il lavoro su di sé, ogni minuto sottratto all’eliminazione dei loop è un minuto perso.

E io voglio che tu non perda neanche un attimo.

Alcuni a volte restano delusi dal mio modo di fare.

Fanno una sessione con me e si aspettano che io li faccia parlare del problema che vogliono risolvere, come farebbe uno psicologo o uno psicoterapeuta.

Io non sono né psicologo, né psicoterapeuta, e il metodo Magrin non lavora con il contenuto della mente.

Perciò, appena aprono bocca per espormi il motivo che li ha portati da me, io li lascio parlare per trenta secondi al massimo e poi li fermo, perché voglio che iniziamo subito a lavorare.

Vedi, a me non interessa sapere qual è il tuo problema.

Il metodo Magrin per funzionare non ha nessun bisogno di questo.

Anzi, ti dirò, ho constatato che più si parla del problema, più questo sembra ingigantirsi, perché la mente gli dà sostanza, lo nutre.

Ai fini dell’efficacia del metodo, il problema serve solo per andare a individuare dove si manifesta fisicamente il loop, che è la combinazione di pensiero negativo + sensazione fisica spiacevole a esso associata.

Una volta individuato il loop, sei a cavallo, perché basterà andare a toglierlo applicando la Nuova Ricetta del metodo.

Come vedi, è tutto molto semplice e lineare, e paradossalmente a volte è proprio questo che non convince chi non lo conosce.

Sembra troppo semplice per poter funzionare.

Spesso infatti si fa un’associazione di questo tipo: se è troppo semplice non ha valore.

E di conseguenza: se è troppo semplice non può funzionare.

Noi occidentali siamo molto attaccati ai ragionamenti, ai dibattiti, ai confronti.

Questa è la nostra tradizione.
Risale al lontano passato.
Pensa solo alla filosofia, nata dagli antichi greci.

È una tradizione prestigiosa, ma…

Quando si tratta di stare bene con noi stessi e con gli altri, di svegliarci la mattina felici di essere al mondo e pronti ad affrontare la vita con entusiasmo, non stando più nella pelle dalla voglia di fare, la mente non ci è di nessun aiuto.

Anzi, è un grave ostacolo.

Un ostacolo insormontabile che ci separa dalla gioia.

Perché vedi, intorno alla mente si è creato un enorme equivoco.

Per qualche motivo nel corso dei secoli abbiamo iniziato ad attribuirle delle funzioni che non sono le sue.

Che non hanno niente a che vedere con la sua natura e il suo scopo originario.

Intendiamoci: la mente è uno strumento prezioso, indispensabile, necessario.

Svolge delle funzioni di cui abbiamo bisogno: ricordare, confrontare, calcolare, programmare…

Ma noi pretendiamo da lei molto, molto più di questo!

La affidiamo compiti che non le competono.

Ci aspettiamo che risolva da sola i problemi che lei stessa ha generato.

Sai, la mente ha una fame continua di problemi da risolvere.

E per poter rimanere attiva ne produce in continuazione.

Noi ingenuamente crediamo che sia anche capace di risolverli, ma se ci pensi bene non ha alcun senso.

C’è una famosa citazione di Einstein che lo spiega perfettamente:

«Nessun problema può mai essere risolto dallo stesso livello di coscienza che lo ha creato».

Vale a dire che la mente non potrà mai risolvere i problemi creati da lei.

È il gatto che si morde la coda.

Sperare che rimuginando su un problema si troverà la soluzione è pura illusione.

Non sei convinto?

Hai forse l’impressione che i problemi esistano là fuori in maniera autonoma e che la mente non faccia che prenderne atto?

Sto per dimostrarti che non è così.

Ti è mai capitato di trovarti in una situazione sgradevole e di anticiparne mentalmente le possibili conseguenze negative?

Di preoccuparti prima del tempo di cose che non si sono ancora neppure verificate?

Per esempio:

stai andando a scuola o al lavoro e sei bloccato nel traffico.

Di questo passo arriverai in ritardo.

«Sempre la solita storia», ti dici. «Mai una volta che non ci sia coda».

Cominci a pensare a ciò che questo comporterà:

  • un rimprovero
  • una nota
  • un richiamo
  • una critica
  • lo sguardo di disapprovazione dei colleghi…

Ti innervosisci.

Pensi alle conseguenze spiacevoli che ci potrebbero essere.

Mille altri pensieri ti si affacciano alla mente,
anche non collegati a questa situazione,
ma chissà perché, nessuno gradevole.
Nessuno incoraggiante.
Nessuno positivo.

Inizi ad agitarti.

Magari sbagli strada.

Ti innervosisci e ti agiti ancora di più.

Ti sembra che non ci siano prospettive.

Ti convinci che potrà solo andare male.

… e così via, in un circolo vizioso di pensieri neri e di malessere che non fa che autoalimentarsi e ripetersi all’infinito.

Non a caso nel metodo Magrin si chiama loop, cioè appunto circolo vizioso.

Ora io ti chiedo:

la mente ti è stata di aiuto o di ostacolo in questa circostanza?

Ti ha suggerito delle soluzioni o ti ha scoraggiato e basta?

Uno solo di quei pensieri cupi ti ha forse permesso di guadagnare un singolo secondo?

Immaginare la reazione degli altri al tuo presunto ritardo ti è stato utile?

Vederti arrivare a destinazione trafelato e con la coda tra le gambe prima ancora che questo succedesse ti è servito a qualcosa?

Ha modificato il corso degli eventi?

Se lo ha fatto, non è stato certo in senso positivo, perché ha peggiorato il tuo stato d’animo e può averti persino spinto a commettere degli errori che se fossi stato più tranquillo non avresti fatto (sbagliare strada).

Sono sicuro che se ci rifletti troverai tantissimi esempi di questo tipo.

Hai presente il detto “fasciarsi la testa prima di rompersela?”

Ecco:

affidare alla mente la gestione di queste situazioni significa precisamente questo.

La mente per sua natura è capace solo di rifarsi al passato per interpretare il presente e anticipare il futuro.

Stabilisce dei precedenti.

Procede per generalizzazioni.

«Se quella volta è successo così, anche stavolta succederà lo stesso».

Questo è più o meno il suo modo di affrontare le situazioni.

La mente è uno strumento fantastico, ma va utilizzata solo quando serve.

Useresti mai una bilancia di precisione per misurare la lunghezza di una strada?

Adopereresti mai un termometro per dosare un litro di latte?

Eppure sono strumenti accuratissimi e molto affidabili.

Sì certo, ma nei limiti dell’impiego per cui sono stati concepiti!

Con la mente è la stessa identica cosa.

Se non vuoi che ti remi contro, devi usare la mente per il solo scopo per cui esiste: servirti.

La mente dev’essere la tua serva, non la tua padrona.

Ti deve obbedire umilmente, non spadroneggiare su di te e costringerti a pensare e a fare quello che vuole lei.

Dev’essere dalla tua parte, non metterti i bastoni tra le ruote  e sabotare le tue iniziative e i tuoi progetti.

Quante volte hai avuto un sogno e lo hai accantonato solo perché la tua mente ti presentava unicamente le difficoltà e te le faceva sembrare insormontabili?

Una mente disciplinata non avrebbe mai fatto questo.

Ti avrebbe aiutato a districarti tra gli aspetti pratici, e a risolvere i problemi concreti per realizzare il tuo sogno.

Nota che ho detto “i problemi concreti” e non “le ipotesi su quello che sarebbe potuto andare storto”.

La differenza è che nel secondo caso parliamo di cose che non sono reali.

Sono solo proiezioni future, ipotesi appunto.

E per di più estrapolate da un passato che è trascorso per sempre.

Eppure la stragrande maggioranza delle persone cade nella trappola mentale e si fa fermare da cose che di fatto non esistono.

Come ti ho detto, io questo meccanismo l’ho chiamato loop.

I loop sono quello che finora ti ha impedito di realizzare i tuoi sogni. 

Fino a quando avrai un loop collegato a un determinato progetto sarà impossibile che questo si realizzi.

Oppure, se anche si realizzerà, ti costerà uno sforzo micidiale, del tutto sproporzionato rispetto ai risultati.

E comunque rimarrà fragile, vulnerabile, instabile, pronto a crollare al primo soffio di vento.

Perché è così che succede quando c’è sotto un loop.

La notizia strepitosa è che i loop si possono eliminare definitivamente, uno per uno.

Qualsiasi loop in qualsiasi ambito:

  • relazioni
  • professione
  • finanze
  • progetti
  • sogni…

Per insegnarti come farlo ho scritto un libro, Non penso dunque Sono.

Il titolo riprende scherzosamente una celebre frase di Cartesio, il grande filosofo francese del 1600.

Cartesio diceva: «Penso dunque sono».

Non è certo mia intenzione mettermi a contraddire uno dei massimi protagonisti della storia del pensiero.

Non sono qui per fare filosofia.

Sono qui semplicemente per dirti che il modo per liberarti per sempre dei tuoi loop esiste.

È un modo di una semplicità disarmante, alla portata di tutti, bambini compresi.

Il metodo Magrin è stato messo a punto con questo preciso scopo.

Nel libro Non penso dunque Sono trovi la Nuova Ricetta del metodo spiegata per filo e per segno.

E man mano che la applicherai e toglierai i loop che ti hanno bloccato finora, scoprirai che sei un essere infinito, e che sei in grado di essere, fare e avere tutto ciò che desideri.

Lasciati guidare passo passo per realizzare tutto questo e permettiti di ricontattare la tua vera essenza, al di là del groviglio di loop che l’hanno soffocata fino adesso:

NON PENSO DUNQUE SONO

Ti aspetto all’interno!

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