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Il segreto per liberare la tua mente dai pensieri spazzatura

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Non so se conosci il programma televisivo Case da incubo.

È un reality in cui due super professioniste delle pulizie domestiche vanno a risistemare delle case abitate, ma che non vengono pulite da anni.

Spesso non sono solo sporchissime, ma strapiene di oggetti, e vi regna la più totale confusione.

In alcuni casi non si tratta solo di un gran disordine.

I residenti soffrono di una vera e propria patologia: la disposofobia.

La disposofobia (letteralmente “paura di disfarsi di qualcosa”) è un disturbo psichiatrico che consiste nell’accumulo compulsivo di beni, quasi sempre inutili o di scarso valore, e nella successiva incapacità di eliminarli.

Con il passar del tempo questi ingombrano tutti gli spazi domestici disponibili, fino a rendere impossibile lo svolgimento delle normali attività quotidiane personali, lavorative e sociali.

In pratica i disposofobici non possono fare a meno di riempirsi la casa fino all’orlo di oggetti di qualsiasi tipo, che poi non riescono assolutamente a buttare via.

Negli anni queste cataste di ciarpame si ingigantiscono sempre di più e invadono l’intera abitazione, compresi ovviamente soffitta, garage e giardino, se esistono.

Ma non c’è limite al peggio perché, se non viene curata, questa tendenza patologica all’accumulo è irrefrenabile e non può passare da sola.

Probabilmente questa immagine non ti fa venire voglia di trasferirti lì.

Chi mai vorrebbe abitare in un posto del genere?

Tieniti forte, perché sto per farti una rivelazione bomba.

Tu ci vivi già, e da molto tempo. Solo che non te ne sei mai accorto.

«Ma cosa cavolo dice questo???», ti starai chiedendo. «È pazzo?».

No, caro mio, il pazzo sei tu, che accetti una situazione simile e non fai niente per uscirne.

Anche tu sei un disposofobico incallito, e nei prossimi quattro minuti te lo dimostrerò senza ombra di dubbio.

La tua malattia non riguarda gli oggetti materiali, ma il contenuto della tua mente.

In questo senso è molto più grave della disposofobia classica, perché mentre una casa si può anche abbandonare in un attimo per andare a stare in un’altra, la tua mente è con te 24 ore su 24, per tutta la vita, e sei condannato a conviverci fino al tuo ultimo respiro.

A meno che…

Ma non mettiamo il carro davanti ai buoi.

Ti ho promesso che ti avrei fatto vedere fino a che punto la tua condizione somiglia a quella delle foto sopra, e lo farò.

Vedi, anche se non ci hai mai fatto caso, ti basterà rimanere in osservazione per un paio di minuti per renderti conto che la tua mente trabocca di

  • pensieri
  • parole
  • suoni
  • strofe di canzoni
  • ricordi
  • immagini

e mille altri stimoli, tutti mescolati e sovrapposti in un guazzabuglio senza fine.

È una specie di fiume in piena sul quale, se ci fai caso, non hai il minimo controllo.

Non ci credi?

Fai una prova.

Smetti di pensare per un minuto esatto.

Imposta il timer del telefono o dell’orologio e lascia passare un minuto senza pensare a niente.

Per superare la prova, la tua mente dev’essere completamente vuota e silenziosa per sessanta secondi di fila.

Pronto?

Via!

Io ti aspetto qui.

Ci sei?

Com’è andata?

Lasciami indovinare: se sei riuscito a tenere la mente completamente sgombra per quindici secondi, è tanto.

La prima volta che ho fatto questo esperimento su di me, tanti anni fa, ero partito tutto spavaldo, sicurissimo di riuscirci.

«Sessanta miseri secondi, cosa saranno mai?», mi ero detto. «Certo che ci riesco!».

Illuso.

Dopo i primi due o tre secondi di calma apparente, ho cominciato a chiedermi tra me e me:

«Ma adesso ho la mente vuota oppure no? Sto pensando o è solo un’impressione? Se mi sto facendo queste domande vale lo stesso? Dopotutto riguardano il test…».

Non ci è voluto molto per capire che smettere di pensare era un’impresa impossibile per me allora.

E mi permetto di supporre che lo sia stato anche per te.

In realtà il famoso “vuoto mentale”, che viene citato spesso quando si parla di meditazione, di per sé sarebbe un falso problema.

Il punto non sono tanto i pensieri (ti dico solo che è stato calcolato che ne fai circa 50mila al giorno!), quanto il fatto che la maggior parte di essi sono negativi.

In altre parole, invece di aiutarti ti remano contro.

Vuoi una prova?

Ti è mai capitato di avere un motivo di

  • turbamento
  • inquietudine
  • preoccupazione
  • paura
  • ansia
  • angoscia

e di non riuscire a togliertelo dalla testa, neanche per un solo istante?

È questo il vero problema: non poter fermare i pensieri negativi, cioè i pensieri che

  • ti disturbano
  • ti appesantiscono
  • ti scoraggiano
  • ti sabotano
  • ti danneggiano
  • ti addolorano
  • ti rovinano

insomma: ti fanno del male.

«Come può un semplice pensiero farmi del male?», ti potresti chiedere. «Non ha così tanta forza…».

A parte il fatto che certi pensieri possono essere davvero estremamente tenaci e ostinati, in realtà il meccanismo è un po’ più sottile di così.

In effetti non sono direttamente i pensieri a farti male, bensì la somma di pensiero negativo+sensazione fisica sgradevole collegata a questo pensiero.

Il risultato di questa somma si chiama loop.

E la mente incontrollata è l’ammasso dei tuoi loop.

In pratica una montagna di spazzatura che ti riempie la testa facendoti credere che non potrai mai venirne a capo.

E quel che è peggio, ti riempie anche la vita, mettendoti i bastoni tra le ruote e rendendo tutto infinitamente più complicato di quello che è.

Hai presente quella vocina che attacca a parlarti quando vorresti fare qualcosa a cui tieni?

Quella che sul più bello ti dice che

  • è troppo difficile
  • fallirai di sicuro
  • non ce la farai mai
  • non hai i numeri
  • sei un perdente
  • tanto vale rinunciare

e mille altre piacevolezze simili?

È la voce della tua mente incontrollata, cioè la voce dei tuoi loop.

I loop sono quanto di più distruttivo possa esistere e lasciano ben poco spazio per i pensieri sani e costruttivi.

Impestano il tuo spazio vitale facendo impallidire le case di tutti i disposofobici del mondo messe assieme.

Soffocano ogni tua iniziativa, esattamente come quei cumuli di robaccia impediscono i movimenti ai poveretti che ci abitano.

Poco fa ti ho detto che ti avrei fatto una rilevazione bomba, e ti ho dimostrato che anche tu sei un disposofobico, per di più a tua insaputa.

Quella era la notizia brutta.

Ho un’altra rivelazione bomba, ma stavolta è una notizia bella.

Anzi, è la più bella notizia che ti posso dare.

Non sei condannato a vivere soffocato dai loop per il resto della vita.

Esiste un metodo semplice, veloce e garantito per disfartene una volta per tutte.

Si chiama metodo Magrin e te lo insegno passo per passo in un libro che ho scritto apposta per questo: Non penso dunque Sono.

Ti basterà seguire alla lettera la ricetta che contiene per sgombrare la tua mente da tutte le scorie che vi si sono accumulate da quando eri bambino senza che tu te ne accorgessi, e soprattutto senza poter far niente per impedirlo.

Perciò se sei stufo di vivere rintanato nello sgabuzzino perché i tuoi loop spadroneggiano nel resto della casa, leggi Non penso dunque Sono e fai piazza pulita con un trattamento d’urto!

Non puoi neanche immaginare come sarà bello avere la mente leggera e sgombra dai loop e poterla finalmente usare per lo scopo per cui esiste, cioè essere la tua alleata e non più la tua nemica.

Ci vediamo all’interno!

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