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VIVA LA MAMMA

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Quando ero piccolo, ogni anno a scuola per la festa della mamma ci facevano imparare a memoria una poesia (con me non sempre ci riuscivano) e scrivere una letterina. Lo stesso succedeva per la festa del papà.

Quelle letterine e poesie erano piene di parole dolci e commoventi e soprattutto di ringraziamenti: perché i nostri genitori ci avevano dato la vita, perché ci nutrivano e ci proteggevano, perché si occupavano di noi, perché sopportavano i nostri capricci, perché si sacrificavano per noi, e così via.

Se le avesse lette un extraterrestre che non sapeva niente di come funziona la vita umana avrebbe sicuramente concluso che sul pianeta Terra genitori e figli erano uniti da un amore perfetto e che non si poteva desiderare niente di meglio.

In realtà chiunque di noi sa che le cose non stanno esattamente così e che all’interno delle famiglie i rapporti sono spesso tesi, difficili, all’insegna dell’aggressività e a volte persino della violenza, fino a degenerare talvolta in veri e propri inferni domestici.

Ti sei mai domandato il perché di tutto questo?

I genitori sono i pilastri della nostra esistenza. Quando veniamo al mondo siamo completamente dipendenti da loro e lo rimaniamo per anni.

Durante la prima infanzia, in particolare, il bambino si relaziona molto profondamente con la mamma, che garantisce la sua sopravvivenza anche dal punto di vista fisico, allattandolo.

Un neonato ha un’autonomia di poche ore, passate le quali, se non viene nutrito, deperisce e muore.

È naturale quindi che consideri sua madre un vero e proprio dio e le riconosca un potere assoluto.

Anche quando il bambino impara a mangiare, camminare, parlare e vestirsi da solo, e tante altre abilità che a poco a poco acquisisce durante la crescita, quello che la madre dice, consiglia o sconsiglia, permette o proibisce, le sue preferenze, la sua volontà, i suoi rifiuti continuano ad avere un peso enorme per lui, che in un modo o nell’altro farà di tutto per ottenere la sua approvazione e si sentirà sbagliato quando non la otterrà.

Ecco che, per esempio, se la madre lo costringe a fare qualcosa che lui proprio non vuole – per esempio prestare il suo giocattolo preferito al figlio di un’amica che gli sta antipatico – il bambino dapprima cercherà di opporsi, ma se la madre insiste e magari lo minaccia prima o poi finirà per cedere, sia pure controvoglia.

Inghiottirà tutta la sua rabbia e la sua contrarietà e farà come gli ha ordinato la mamma, con lo sguardo cupo e le lacrime agli occhi.

Quante volte hai vissuto scene simili, da una parte o dall’altra della barricata? Sicuramente centinaia.

Non sono piacevoli ma vengono giudicate normali, proprio perché comunissime.

Se tutto si limitasse a quello sgradevole momento passeggero non sarebbe niente di troppo grave. Verrebbe subito superato e non lascerebbe traccia.

Il fatto è che invece questo è precisamente il modo in cui si formano i loop, cioè dei blocchi invisibili destinati a condizionare il bambino per tutto il resto della vita.

In pratica l’essere stato costretto a reprimere la rabbia o altre emozioni negative (paura, tristezza, gelosia, …) per non deludere la mamma lo ha convinto che provarle fosse sbagliato e indotto a seppellirle da qualche parte all’interno di se stesso, ben nascoste.

Pur di non sentire quelle emozioni e le sensazioni fisiche spiacevoli a esse collegate (nodo alla gola, morsa allo stomaco ecc.), il bambino si è allontanato dal proprio corpo e si è rifugiato nella mente, cercando dei diversivi per sfuggire a quella situazione insopportabile.

Questa abitudine, ripetuta negli anni, diventa un modo di essere, un’identità stabile (per quanto fittizia) e crea adulti ormai disconnessi dal corpo e completamente identificati con la mente, con tutte le ansie, angosce, paure e squilibri vari che ne conseguono.

Se anche tu soffri di questi disturbi, come la grande maggioranza della popolazione, adesso sai a cosa sono dovuti. Una causa banale ma molto distruttiva, soprattutto perché, se non affrontata, ti condanna all’infelicità e al malessere a vita.

Naturalmente tua madre (e padre) non lo ha fatto apposta. Ha semplicemente ripetuto quello che avevano fatto i suoi genitori.

Sarebbe assurdo provare rancore nei suoi confronti, perché ha agito al meglio di cui è stata capace.

Essere genitori è un mestiere difficilissimo perché nessuno ti dà il libretto delle istruzioni e quando da un giorno all’altro ti trovi catapultato in questo ruolo completamente nuovo e sconosciuto l’unico appiglio a cui aggrapparti finisce per essere il comportamento che i tuoi genitori hanno avuto con te da piccola.

Ecco che magari ti sorprendi a rivolgerti a tuo figlio con le stesse parole che usava tua madre con te, a rimproverarlo per gli stessi motivi e a dargli le stesse punizioni.

Se sei madre non sentirti in colpa: non potevi fare altrimenti, perché finora nessuno ti ha spiegato come funziona.

Nessuno ti ha mai detto che esiste un modo completamente diverso di relazionarti con tuo figlio e di farlo crescere sereno, equilibrato e felice.

Non ti hanno mai detto che il tuo compito è prenderti cura innanzitutto di te stessa e fare spazio a ciò che ti fa stare bene. Solo essendo libera sarai in grado di insegnare a tuo figlio la cosa più preziosa, cioè la sua libertà.

La buona madre è quella che diventa inutile con il passar del tempo, perché ha cresciuto un figlio in grado di autodisciplinarsi e di muoversi in autonomia e sicurezza, senza il bisogno di essere continuamente sostenuto da lei. Esattamente come succede in natura.

Ma anche se i tuoi figli sono ormai adulti, o i tuoi genitori anziani, e il rapporto tra voi non è dei migliori, sappi che nulla è perduto e che hai ancora la possibilità di ristabilire con loro una relazione sana, appagante e arricchente per tutti voi.

È tutto molto più semplice di quello che credi.

Si tratta semplicemente di fare piazza pulita dei loop che a vostra insaputa si sono insinuati tra te e loro complicando la vostra comunicazione e minando la fiducia reciproca.

Vuoi scoprire come?

Nel libro Non penso dunque sono trovi il metodo spiegato passo per passo,

Buona festa a tutte le mamme del mondo.

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