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Dipendenza Affettiva, come riconoscerla e superarla: i segreti per un amore sano.

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Se riuscissimo a considerarci come un sofisticato meccanismo tutto da scoprire, se, immaginandoci bambini, ci avessero regalato per Natale un pacco e scartandolo scoprissimo che il gioco consiste nel vedere come siamo fatti e come potremmo agire di conseguenza, smontando e rimettendo i pezzi che ci compongono a nostro piacimento per creare la miglior versione di noi stessi, non sarebbe meraviglioso?

Purtroppo la realtà in cui ci imbattiamo quotidianamente sembra decisamente diversa.

Ci siamo abituati a vivere secondo canoni prestabiliti da altri a cui, consapevoli o meno della nostra decisione di delegare, abbiamo dato carta bianca per costruire le nostre esistenze, ligi al motto universalmente riconosciuto secondo il quale: se tutti fanno così, perché io dovrei fare diversamente?

In poche parole, scusate se le mie non risuoneranno pregne di romanticismo ma non è mia abitudine prendere in giro le persone, noi viviamo completamente immersi in diverse forme di dipendenza.

È una consuetudine, o un male se preferite, di dimensioni planetarie che affligge miliardi di persone. Dipendiamo da credenze che ataviche paure gli umani hanno tramandato di generazione in generazione, dipendiamo da maestri, preti e politici, da quello che fin da piccoli ci hanno insegnato a definire giusto o sbagliato, dalle nostre illusioni e dagli status symbol che la cultura dominante di ogni epoca ci hanno forzato a seguire.

Dipendiamo infine addirittura dalle persone a noi più care.

Ma se possibile ancora più inquietante è il fatto che manco ci chiediamo perché viviamo in questa perenne situazione per cui ognuno di noi cerca di dipendere da qualcosa o da qualcuno.

Perché abbiamo bisogno che qualcuno si prenda carico del nostro smarrimento, delle nostre insicurezze, del disagio interiore che pur non portato alla luce di nascosto influisce tremendamente sulle nostre vite?

Quante relazioni si basano inconsciamente sul bisogno di demandare ad altri la nostra vita!

Quanti matrimoni nonostante un evidente malessere comune continuano a sussistere per i motivi più svariati, il mutuo da pagare, i figli da mantenere, il probabile giudizio negativo dei parenti, della chiesa e della gente oppure perché, nella maggior parte dei casi, si è naturalmente venuta a creare una dinamica di subalternità che diventa, nel peggiore dei casi, vero e proprio sadomasochismo in cui il più forte sfoga i peggiori istinti sul partner più debole incapace di reagire.

Come si instaura una dipendenza affettiva.

Se dipendere da qualcosa o qualcuno è diventato quindi lo sport nazionale a cui ci dedichiamo, quali sono le caratteristiche di un tipico rapporto sentimentale?

Minato dagli inevitabili conflitti insisti in ogni unione in cui l’amore è scomparso, la relazione ha lasciato via libera a delle regole non scritte ma spesso imposte dal partner più forte e a cui sottostare per il quieto vivere.

Anche se fortunatamente il rapporto raramente degenera alle estreme conseguenze di cui poi tratta la cronaca nera, ogni relazione pare caratterizzata da un sordo malessere di entrambi divenuta così abituale da esser recepita come la normalità e come tale una sorta di vanto, un qualcosa da esser difeso a spada tratta al di là dell’evidente incongruenza.

Dopotutto siamo esseri dotati del più sofisticato sistema neurologico in natura, superiore a qualsiasi altra forma animale ed ognuno, con modi e tempistiche diverse, elaboriamo in continuazione la valanga di informazioni che ci arrivano e ci trapassano ogni momento.

Il cambiamento è il nostro stato naturale, ma se poi incautamente ci impegnamo nella folle idea di promettere di rimanere gli stessi per tutta la vita a scapito della nostra biologia e del naturale flusso della vita, va da sé che i problemi nella coppia non tardino ad arrivare.

Ma dopo aver investito tutta la vita in una relazione, anche se è del tutto evidente che non funziona, chi mai troverà il coraggio di uscire da una tale sofferenza reciproca?

Diventata patologica, la malattia si trasformerà in cronica e incredibilmente diverrà, senza tema di smentite, anche la cosa a cui meno sapremmo rinunciare.

Arriviamo al punto che la stessa sofferenza ci dà conforto, prendiamo energia dai nostri dolori, ci hanno insegnato che la vita è sofferenza e noi siamo diventati degli artisti del soffrire.

Lo stesso continuo sordo litigio, la medesima sofferenza tutti i giorni, il maledire l’altro e contemporaneamente il non poterne fare a meno diventa il nostro way of life, il nostro naturale modo di vivere…

Cause della dipendenza.

Pur apparentemente vivendo nello stesso mondo, ogni essere umano in realtà vive esclusivamente nel proprio guscio, perso nei propri pensieri, nel proprio dramma esistenziale fatto di speranze e dolori, ambizioni e delusioni.

Pur vivendo sotto lo stesso tetto, ogni persona rimugina sui suoi pensieri, pur abitando insieme continua a vivere comunque nel proprio mondo composto da una summa di esperienze passate che, elaborate continuamente dalle sinapsi in ragionamenti a volte corretti e molte altre sballati, diventa ciò che noi chiamiamo io ed in cui ci identifichiamo completamente. Si può quindi capire che per due persone stare insieme non è la cosa più facile del mondo.

Il nostro processo psicologico si riduce in realtà ad un piccolo grande dramma personale che ci appassiona oltre misura, rapiti ancora più che dalla nostra telenovela preferita, ciò che pensiamo è diventato per noi la ragione ultima di esistenza, di vita e di morte.

Siamo arrivati ad un punto in cui saremmo disposti a rinunciare a tutto nella vita, eccetto che alla sofferenza che ci accomuna.

Motivi per rimanere nella dipendenza.

Perché cerchiamo qualcuno o qualcosa da cui dipendere? Se non è un dio è un credo, se non è un guru è una moglie o un marito, se non è un opinionista televisivo è sono ridda di pensieri che occupano stabilmente in nostro spazio vitale.

Gira e rigira ciò che facciamo è dipendere da qualcosa.

La spensieratezza e la serenità non sono valori che pagano in questo mondo.

Un certo senso di non essere completi ci angustia e ci porta a cercare un’altra persona che ci possa rendere finalmente integri.

Ma noi siamo per natura completi in noi stessi, solo non abbiamo conosciuto chi siamo nella nostra totalità preferendo rimanere attaccati alla nostra periferia, ai pensieri ma non riusciremo a trovare ciò che ci manca al di fuori di noi.

Colpevolmente o per pigrizia o semplicemente perché così fan tutti, ci mettiamo in relazione con qualcuno, spesso persone che si dimostrano sbagliate o in rapporti che funzionano giusto il tempo loro concesso.

Si creano quindi aspettative nell’altro e l’altro, anch’egli mezzo pieno di sé, ne avrà a sua volta nei nostri confronti.

Accadono più guerre tra le mura di casa che su tutto il pianeta!

Come è possibile che ci sia amore se il rapporto si riduce ad un continuo domandare felicità all’altro senza mai dar nulla?

L’amore dà, è la paura che chiede.

Chiediamo protezione, affetto, comprensione, tutto ciò che noi non troviamo al nostro interno pretendiamo che siano gli altri a fornircelo e lenire la nostra mancanza.

Il segreto per un amore sano.

Il Metodo Magrin ci porta a rimettere il focus su noi stessi, a indagare cosa si nasconde dietro alle nostre sofferenze ed al nostro continuo bisogno di dipendenze affettive.

Con semplicità disarmante e pochi ma chiari passaggi, il Metodo Magrin ci porta ad affrontare uno dopo l’altro tutti i fantasmi che ci impediscono di vivere una vita piena ed entusiasmante ed a vincerli, perché l’esito è testato su migliaia di casi felicemente risolti.

Il Metodo Magrin ci indica la via che, non altri, ma noi stessi dobbiamo intraprendere per entrare in contatto con le nostre intimità più sopite, racchiuse ed intrappolate in tensioni che abbiamo sepolto nel nostro corpo.

Diraderemo con amore, pazienza e decisione le nebbie che ci hanno per troppo tempo tenuto lontano da chi siamo davvero, scoprendo che l’amore non è qualcosa che dobbiamo sforzarci di perseguire ma è il nostro stato naturale.

Soffrire diventerà una scelta per chi ancora ne ne ha a sufficienza di star male e conosceremo lo Stato Senza Mente, una dimensione di libertà e silenzio che sta al di là di tutte le zavorre che ci siamo portati per fin troppo tempo sulle spalle.

Il Metodo Magrin ci porterà in un mondo incantato, ci aiuterà a tornare quei bambini che il giorno di Natale, scartando un pacco che tanto avevamo agognato, scoprono come regalo un sofisticato meccanismo tutto da scoprire e che, smontando e rimettendo al giusto posto i pezzi che ci compongono, trovano finalmente il modo di metter mano con consapevolezza e amore nelle proprie vite, creando la miglior versione di noi stessi.

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