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Relazioni Aziendali, come gestirle per una realtà professionale più umana!

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Situazione lavorativa

Sembra così difficile aver rapporti soddisfacenti sul luogo di lavoro, stando all’entusiasmo della gente la mattina di un giorno feriale.

Al massimo si sente dire “finalmente è venerdì!”, il che presuppone una settimana, l’ennesima della vita, trascorsa a fare qualcosa di estremamente noioso e desolante da cui si vorrebbe fuggire.

La vita tipo di una persona sembra ridursi a qualcosa di assai poco romantico: scuola, lavoro, famiglia, ancora lavoro fino alla pensione ed all’inevitabile tramonto.

Più che i protagonisti di un romanzo d’avventura sembriamo cavie per un crudele esperimento di società.

Eh si, sarebbe un comportamento da denunciare al mondo intero se non fosse che tutto il mondo patisce questa necrosi dell’intelligenza per cui la sofferenza non solo è diventata la normalità, è assunta ad uno status symbol di tutto rispetto: soffro, quindi la mia sofferenza mi rende più importante.

Ed in più, come se non bastasse il quadro a tinte fosche appena dipinto, ognuno si sente depauperato, in cuor suo crede di fare una vita tribolata per colpa degli altri, quegli altri che non ci capiscono, che ci sfruttano, che ci proibiscono di esser felici.

La società ci impone regole rigide e traguardi da raggiungere molto selettivi, obbiettivi fuori dalla portata della stragrande maggioranza di noi, per cui la desolazione, l’infelicità e la rabbia possono solo aumentare ed il mondo in cui viviamo è lì da vedere e ne è la naturale conseguenza.

In un certo senso è vero che a volte i genitori sono stati, pur convinti di agire per il meglio, prodighi di paure e nevrosi nei nostri confronti, che il prete ha sfruttato la nostra innocenza per inculcarci concetti tanto assurdi quanto condivisi dal resto dell’umanità, che gli insegnanti a scuola ci hanno imbottito di nozioni deludendo sistematicamente la nostra sete di scoprire e sperimentare i nostri talenti.

E se il prologo della nostra vita lavorativa poggia su queste basi, come potremo mai trovare allentante recarci ogni mattina al lavoro?

Non so Gesù, ormai sono passati così tanti anni che fidarci dei racconti dei giornalisti dei suoi tempi pare impresa perlomeno ingenua visto il giudizio che diamo di quelli contemporanei, ma di sicuro ogni sacrosanta mattina noi di certo portiamo la croce ed una metaforica corona di spine sulla testa mentre ci rechiamo sui nostri rispettivi luoghi di lavoro. 

Siamo più di semplici lavoratori

Eppure condurre una vita sana e piacevole dovrebbe essere la condizione sinequanon per espletare una attività lavorativa produttiva e di successo.

Un ambiente di lavoro sereno e collaborativo dovrebbe essere la base di ogni impresa che voglia espandersi e non meramente sfruttare il proprio personale.

Il problema è che sembriamo aver dimenticato tutti che, al di là dell’essere ragionieri o metalmeccanici o camionisti o chirurghi che sia, noi siamo fondamentalmente esseri umani e come tali abbiamo bisogno di rispetto.

Rispetto innanzitutto per noi stessi, per i talenti e i tanti problemi che abbiamo e che ci muovono in ogni campo della nostra esistenza.

Ma siamo disposti a vivere una vita infelice perché nessuno ci ha mai aiutato a comprendere chi siamo.

Nella vita di ognuno di noi chi  era deputato ad insegnare come conoscerci, di sé stesso ne sapeva esattamente come noi, forse anche meno.

Fatto sta che, volenti o nolenti, presi tra mille fuochi incrociati, per sopravvivere socialmente ci siamo dovuti basare su di una immagine di noi mutuata dalle nostre relazioni sociali, da quello che ci è stato detto che siamo o che dovremmo essere e con l’elaborazione delle esperienze, traumatiche e non, che abbiamo affrontato nel corso del tempo. 

Il Metodo Magrin, la soluzione

Bene, ora c’è una buona, anzi ottima notizia: abbiamo il modo per azzerare il fardello che ci opprime e, notizia ancor più fantastica, lo possiamo fare velocemente.

Il Metodo Magrin è fatto apposta per uscire dal ginepraio in cui le nostre vite si sono cacciate, per tornare ad essere performanti non solo sul lavoro ma in tutte le relazioni e gli aspetti della nostra vita.

Il Metodo ci porta ad ad affrontare uno dopo l’altro tutti problemi che, coscienti o meno, ci rovinano la giornata ed a disfarcene completamente una volta per tutte.

Un’altra americanata? Un altro guru che prova a farci tutti i soldi? L’ennesima presa per i fondelli della new age? 

Parliamoci chiaro: il Metodo Magrin non promette niente di fantasioso e non chiede di diventare un superuomo palestrato grazie a sforzi giganteschi impossibili da seguire. Il Metodo ha individuato nella connessione tra pensiero negativo e la sensazione fisica corrispondente l’unico problema che abbiamo. Questa anomalia di cui ogni essere umano è vittima inconsapevole, questa morbosa relazione tra pensiero e sensazione, la chiama per comodità  Loop. Ecco, i loop sono il problema, non altri e sopratutto non noi stessi che non riusciamo a finire una settimana di lavoro senza sentirci sfruttati e depressi. 

Come funziona il Metodo

Semplice: per ogni problema che ci angustia, per qualsiasi  pensiero o ragionamento negativo possa passarci per la testa rovinandoci la giornata è l’esistenza intera, esiste una sensazione fisica che fa da propellente.

Ed allo stesso modo, se una certa tensione nel corpo si accende, questo da inevitabilmente l’ok ad un pensiero negativo.

Le due dinamiche, una volta installatesi nel nostro organismo, ci impediscono di vedere le cose come stanno e ci costringono a fare scelte e lavori che non solo non ci si addicono, spesso ci penalizzano drammaticamente.

Queste sensazioni fisiche sono generalmente nascoste nella gola, nel petto o nella pancia, e da lì mantengono reale ai nostri sensi l’angustia, quel fastidio che in realtà è solo un errore, se così possiamo chiamarlo, del nostro software che finalmente col Metodo Magrin è possibile estirpare.

È il metodo più semplice che si possa immaginare ed è di una facilità estrema da praticare, tanto che una volta provato ti verrà da chiederti come mai non ci avevi mai pensato prima.

Non dobbiamo crederci o studiarlo, dobbiamo solo provarlo e poi vedere se quello che il Metodo afferma è vero o meno.

Male che vada avremo perso cinque minuti della nostra noiosa giornata…

L’unica cosa che dobbiamo fare é eliminare uno dopo l’altro questi maledetti loop che si sono annidati nelle pieghe del nostro corpo.

Fin da subito, e sarà incredibile provarlo, andremo a sperimentare uno stato che il Metodo definisce “Senza mente”, uno stato di silenzio interiore che aprirà un mondo nuovo che tenevamo sepolto sotto valanghe di loop collezionati in una vita, un mondo che ci porterà a vedere e vivere la tua vita in maniera completamente diversa e positiva, riprendendo il potere sulle nostre scelte ed azioni.

Una vita fatta di positività, nelle relazioni, nel lavoro, negli affetti, instaurando in noi ed intorno a noi un clima di fiducia e collaborazione, di comunicazione coi nostri cari ed un rapporto fattivo con i nostri colleghi completamente rinnovato e creativo nel lavoro.

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