Ikigai, metodo giapponese per la felicità
Se ogni azione che compiamo scaturisce da una intima aspirazione ad essere felici, non sarà forse che la sorgente del benessere non sia da qualche parte nascosta nel cosmo ma la custodiamo dentro di noi?
E se fosse da verso così, perché invece dovremmo passare la vita a seguire ambizioni imposte da qualcuno che manco conosciamo, traguardi che una volta raggiunti perdono il sapore del desiderio, appiattiti su standard di benessere al limite della sopravvivenza, intimamente sempre scontenti?
Eppure dovremmo realizzare che, essendo creazione e creatore un tutt’uno, siamo depositari di ogni dono universale e, dato che non è possibile che vi sia la pur minima separazione tra la sorgente e ciò che continuamente ne fluisce fuori, come mai dovremmo essere perennemente scontenti e pieni di problemi?
Succede così perché valutiamo la nostra esistenza solo con gli elementi che psicologicamente abbiamo raccolto nella nostra vita, la punta di un iceberg che nemmeno la scienza contemporanea a tutt’oggi riesce a quantificare, perdendoci ciò che di sostanziale la vita ci sta offrendo.
Dopotutto è proprio la struttura psicologica che si è formata in noi ed in cui ci siamo completamente identificati che, se da un lato ci ha permesso di barcamenarci nel mondo delle relazioni, dall’altro sine cristallizzata creando una prigione da cui ci risulta impossibile ora scappare.
In una parola, abbiamo confuso la fantasia con la realtà.
Fuggiamo chi siamo, fuggiamo lo sconosciuto, amiamo la consuetudine del chiacchiericcio di pensieri perché questa prigione, anche se ne parliamo male, alla fine ci dà una sicurezza a cui riesce difficile rinunciare.
La filosofia Ikigai
Esiste in una regione del Giappone una filosofia di vita che non pone traguardi esterni ma divide la vita in zone di interesse della medesima importanza.
Sembra che in questi posti la durata della vita e la sua qualità sia decisamente superiore delle statistiche generali.
Questa visione contempla quattro aree di importanza: Ciò che si ama fare, ciò che serve al mondo, ciò che sappiamo meglio fare e ciò per cui possiamo essere pagati.
Ognuno di questi elementi contribuirebbe alla nostra felicità ed ognuno è fondamentale per la nostra ragione essere.
Secondo questa filosofia, armonizzando queste aree arriviamo a raggiungere il senso della nostra vita facendo così fiorire la nostra felicità quotidiana.
Ikigai significa letteralmente: la ragione per svegliarsi la mattina.
Dietro al concetto di Ikigai ruota o cinque grandi pilastri sui quali la filosofia si basa: iniziare in piccolo, lasciarsi andare, armonia e sensibilità, provare gioiosa per le piccole cose, vivere nel qui e ora.
Vengono suggeriti dei facili esercizi quotidiani per allenarsi ad entrare in questa filosofia: prendersi dei momenti per pensare ai nostri sogni, prendersi cura del nostro organismo, scrivere la sera le cose positive accadute durante la giornata, fermarsi dall’agire compulsivo e chiedersi cosa davvero intimamente desideriamo.
Da queste poche note possiamo comprendere che non sarà proprio facile cambiare abitudini in modo così radicale da conseguire un reale cambiamento in tempi brevi, sopratutto se siamo soli e privi di una guida che ha già percorso questo cammino ed è disposta a condividerlo con te.
Sono principi sicuramente condivisibili, belle parole e di meravigliosa prospettiva, ma in soldoni come possiamo fare per arrivare a tale comprensione?
Come fare?
Come possiamo riuscire a raggiungere questo obbiettivo senza ridurre questa filosofia all’ennesimo traguardo perso nella voragine dei desideri irrealizzabili verso cui tendere, stressandosi inoltre per il mancato raggiungimento?
Il Metodo Magrin ti da la chiave per entrare dentro di noi e riscoprire chi davvero siamo, quali talenti possediamo e quale missione in questa vita siamo venuti ad espletare.
La situazione che il Metodo propone è semplice: ad ogni pensiero negativo corrisponde inequivocabilmente una sensazione fisica che generalmente è situata nel petto, nella pancia o nella gola. Non è una boutade, una credenza da seguire o un dogma cui affidarsi, è matematica dell’essere.
Ognuno di noi lo può verificare in questo stesso istante, andando a toccare con mano dove si annida la tensione corrispondente ad un dato pensiero negativo che ci frulla nella testa.
Cosa c’è nella nostra vita che ci impedisce di essere felici? Controllando le parti del corpo corrispondenti troveremo la causa.
Il Metodo definisce la morbosa corrispondenza tra pensiero negativo e sensazione fisica col nome di Loop.
Indica anche che con una continua e seria osservazione della corrispondente sensazione fisica trovata, ben vigili dei suoi cambiamenti una volta scovata, andremo ad eliminarla completamente dalla nostra vita.
Così facendo possiamo riappropriarci del nostro tempio, di quel corpo in cui esistiamo in questo istante.
Questa scoperta ci apre territori sconfinati tutti da scoprire al nostro interno.
Possiamo entrare completamente dentro di noi, per esempio nei piedi, nelle gambe, risalire la colonna vertebrale fino ad espanderci nella testa, nelle braccia e nelle mani.
Una volta entrati completamente nel nostro corpo possiamo assistere ad un curioso fenomeno: possiamo sperimentare uno spazio intoccabile, libero da ogni peccato o turbamento psicologico o mondano che sia.
E possiamo altresì verificare in questa dimensione di vuoto una incredibile assenza di pensieri che rafforza la meravigliosa sensazione di benessere senza limiti che stiamo esplorando.
Al di là di ogni idea o concetto o credenza assimilata nel passato, noi siamo ben altro.
Siamo fondamentalmente un pezzo di vita, una parte inscindibile di tutto ciò che sta accadendo, siamo in ogni cosa ed ogni cosa ci appartiene.
Non c’è da aggiungere niente alla perfezione di cui siamo fatti, dobbiamo piuttosto togliere ciò che non siamo, quei loop che ci controllano e che il Metodo Magrin ti insegna a dissolvere.
Per essere ciò che siamo veramente e che siamo sempre stati.