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Ansia e attacchi di panico

ansia e depressione

Ansia: cos’è

Cos’è l’ansia?

L’ansia è uno stato emotivo scatenato dalle situazioni, gli eventi più diversi.

Per alcuni si manifesta durante il lavoro, gare, eventi importanti… 

Per altri, invece, anche nei più piccoli gesti quotidiani.

La parola ansia deriva dal latino angĕre che significa stringere.

E, se ne hai mai sofferto, sai bene che è proprio quella la sensazione che provoca.

Quella morsa che ti stringe la gola, quella sensazione di respiro soffocato, quel tremolio nauseante…

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Sintomi dell’Ansia

Chi soffre d’ansia, solitamente, prova delle sensazioni strane di malessere generale che si ripercuotono su parti specifiche del corpo.

E, a volte, è anche difficile cercare di capirne la causa.

Ora, per quanto mi riguarda, l’ansia non è altro che una delle tante etichette che vengono messe ai loop.

Il loop sono pensieri negativi autolimitanti che saltano fuori appena si prova a fare qualcosa di bello. 

Di solito si manifestano con sensazioni come nodo alla gola, oppressione al petto e vuoto allo stomaco.

I loop sono un vero e proprio circolo vizioso di pensieri negativi che generano sensazioni negative e che, a loro volta, generano altri pensieri negativi.

Vedi, la mente etichetta tutte le cose che vede e che trova.

Diamo un’etichetta allo stress, diamo un’etichetta all’ansia, diamo un’etichetta all’attacco di panico…

Per me la fonte è sempre unica.

Quando alla domanda “cosa ti impedisce di essere felice?”, la risposta è “l’ansia”,  per me è sempre un loop, ovvero un binomio inscindibile di pensiero-sensazione.

Infatti, quando alle persone, a volte, chiedo:

Cosa stai sentendo?” 

E la risposta è  “sento l’ansia”, io ribatto sempre chiedendo “Ma che cos’è l’ansia?”. 

E, il più delle volte, rispondono:

 “c’è ‘sto peso sul petto”, oppure “sento una morsa allo stomaco e, a volte, non capisco nemmeno il perché”.

Allora concentriamoci sul corpo, su questa sensazione di peso sul petto e vuoto allo stomaco. 

Da lì, bisogna partire per tagliare i rami dei loop legati all’ansia.

Reprimere le sensazioni, allontanarle e presumere che aiutino a diminuire l’ansia non serve a nulla.

Anzi.

Allontanandole non riusciamo più nemmeno a riconoscerle, si accumulano nel corpo e diventano quello che poi noi chiamiamo “ansia”:

un ammasso di loop non definiti.

Ma da dove hanno origine queste sensazioni?

Vedi, noi abbiamo un sistema per instillare il loop che è pazzesco e funziona da quando siamo piccolini. 

Ora ti faccio degli esempi pratici.

Il bambino non ha voglia di andare dall’amichetto.

La mamma lo deve portare, perché deve parlare con la sua amica e il bambino, invece, non fa altro che piangere e ribadire:

 “Non voglio andare da Giacomo perché non ho voglia di prestare i miei giocattoli”.

Ora, cos’è che fa, di solito, il genitore? 

Gli dice “No, devi essere bravo e devi prestarlo” .

Il bambino prova un senso di odio, prova un senso di malessere e lo esprime alla mamma, magari facendo i capricci. 

Cosa fa il genitore? 

Invece di accogliere queste sensazioni che sono naturali, gli dice “Non devi fare così”. 

Non fare il cattivo”

Che piangi a fare per le stupidaggini?”.

Ovviamente non è una regola… 

Ma, vedi, spesso, ci insegnano a considerare le emozioni come emotività e, 

col passare del tempo, è chiaro che un bambino non potrà fare a meno di imparare a reprimere quelle emozioni, quelle sensazioni.

(A proposito, nel libro “Non penso dunque amo”, puoi scoprire come evitare di instillare loop ai tuoi bimbi, per farli crescere in modo che siano felici, sereni e senza ansie.)

E cosa succede se, negli anni, si reprimono le sensazioni?

Esattamente ciò che ti ho detto poco fa.

Allontanandole, non riusciamo più nemmeno a riconoscerle e a percepire quando soffriamo. 

Si annidano nel corpo e diventano quello che poi noi, magari, chiamiamo “ansia”. 

Come possiamo eliminare la sensazione di ansia?

Il modo per non far tornare a galla queste sensazioni negative depotenzianti e limitanti è quello di portare l’attenzione al corpo, luogo in cui si sono manifestate…

Iniziare a guardare come cambiano, vedere come si trasformano, e, da lì, capire che sono semplicemente sensazioni e niente di più.

Nel momento in cui porti l’attenzione lì, sul corpo, e scopri che non c’è nessun pensiero collegato, inizia a cambiare tutto.

Facendo questo, infatti, puoi renderti conto che si soffre per un qualcosa di illusorio, perché partorito dalla mente.

E che le sensazioni negative che si provano (fiato corto, vuoto allo stomaco, oppressione sul petto, ecc) sono, tutto sommato, anche semplici da eliminare.

(A proposito, qui, ti spiego, passo-passo, perché tutto nasce proprio dal corpo😉)

 Vale lo stesso per gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico sono un altro male estremamente diffuso.

Quando arrivano, la persona ha la sensazione di morire, di sparire, di morire soffocata, o che stia per capitare qualcosa di grave. 

Arrivano all’improvviso, quasi senza motivo, e ti portano in un vortice di paura folle… 

Come se tutto possa finire in un istante. 

E’ una paura incontrollata e tutto sembra apparentemente immotivato.

Sono uno dei sistemi a protezione dei loop. 

Devi sapere che, spesso, quando si cerca di eliminare un loop, un blocco, o qualsiasi altra cosa che abbiamo difficoltà a gestire, spunta sempre un guardiano.

Cioè una sorta di guardia del corpo che protegge il loop e che ti dice 

“Se elimini il loop, la situazione peggiora”.

E l’attacco di panico è proprio un guardiano.

Un guardiano tremendo, di quelli che io definisco “senza vasellina”.

Uno di quelli che con veemenza compaiono non appena provi a fare qualcosa e che ti fanno avere una paura matta di perdere il controllo.

L’attacco di panico, infatti, è proprio una fuga, oltre ogni immaginazione, dal vivere ciò che devi sperimentare. 

Se tu, però, ti fermassi e restassi lì, immobile a sperimentare quelle sensazioni,

riusciresti ad estraniarti, allontanarti e vedere come si dissolvono.

È una cosa che fa estremamente paura, lo capisco.

Vivere un attacco di panico è un’esperienza dolorosa e ci vuole un grande coraggio per fare questa operazione: 

ovvero immergersi nel corpo, vivere ed esplorare la sensazione di panico per poi metabolizzarla e, infine, dissolverla piano piano.

Se ne hai mai sofferto, capisco come ti senti.

Hai come la sensazione che sia impossibile scappare. 

Ma il segreto è proprio questo: non scappare.

Analogamente a ciò che accade per l’ansia, infatti, nel momento in cui ti abbandoni a sperimentare quella sensazione dalla quale stai scappando, istantaneamente cambia e sparisce.

Ci vuole un estremo coraggio nel fare questo e non tutti, giustamente, ci riescono.

Fortunatamente, però, esiste un modo per immergersi nel corpo, entrare in profondo contatto con esso, abbandonarsi a tutte quelle sensazioni e non fuggire più.

Si tratta di un esercizio diviso in 6 step che, lavorando sul corpo, può portarti istantaneamente all’assenza di questa anomalia, che è l’attacco di panico, e ad esserne libero per sempre. 

In questa presentazione gratuita di “Non penso dunque sono”, ti spiego in cosa consiste ogni singolo step e come iniziare a percorrerli per raggiungere lo stato Senzamente.

Quel luogo della mente, al di là dei loop e dei pensieri negativi, dove risiede la pace e che ti permette di essere, fare e avere ciò che vuoi, senza che spunti un guardiano, come l’attacco di panico, ad impedirtelo.

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